Cosa rende virale una notizia?
Un team di neuroscienziati della Annenberg School for Communication e della University of Pennsylvania ha pensato di osservare il cervello di un lettore alle prese con uno specifico articolo di giornale, utilizzando l’apparecchio per la risonanza magnetica funzionale. Udite udite: le ricerche condotte evidenziano l’attivazione di due particolari aree della corteccia cerebrale che consentono di identificare le notizie che hanno maggiore probabilità di diventare virali.
Di queste, una è conosciuta per essere collegata al ragionamento sugli eventi che coinvolgono il soggetto in prima persona, l’altra nell’interpretare e comprendere cosa pensano gli altri. Il dato rilevante è che le due aree sono attive sia quando si sceglie cosa leggere, sia quando si decide di condividerlo, ad esempio, sui social o attraverso la messaggistica istantanea.
Per risultare interessante l’articolo deve avere contenuti connessi alla vita personale, alla percezione che abbiamo di noi stessi e di chi vorremmo essere: lo condividiamo per migliorare le nostre relazioni sociali, per farci sembrare intelligenti o sensibili ad un certo argomento e più in generale per metterci in buona luce.
Sembrerebbe dunque che siamo perfettamente in grado di individuare una notizia che influenzerà la società e inconsciamente le assegnamo un valore che rappresenta una previsione di successo: non sappiamo con esattezza quali siano i fattori che rendano virale una notizia, ma sappiamo che il nostro cervello la sa riconoscere, e bene.